Carmela Comunicato Stampa

Il giorno 25 giugno, alle ore 17, presso la Sala Convegni UNAR (Unione Associazioni Regionali), via U. Aldovrandi 16 Roma, il Club per l’Unesco di Roma, ha organizzato l’evento” 2019 Anno Internazionale delle Lingue Indigene” secondo le direttive dell’Unesco (United Nations Educational Scientific and Cultural Organization) e dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Apertura dei lavori: dott. Maura Gentile, Presidente del Club per l’Unesco di Roma            Sono intervenuti: Dott. Marco Cavattoni, Presidente Associazione dei Veneti                     prof. Marco Trizzino Università Pontificia Salesiana                                                              prof. Florio Scifo  Specialista in Paleografia e Composizione Latina, Scrittore                      prof. Mario Pesce Antropologo Università di Tor Vergata                                                   Ha moderato Lorenzo Simoni Founder presso ND ComunicAzione  

Tavola Rotonda

Antonio Moretta: Consulente settore energia, scrittore “Lingua siciliana”

Fioretta Mari: Attrice Teatrale , Docente di Dizione e di Recitazione ” La lingua siciliana secondo il suo punto di vista e recita di una sua poesia in vernacolo, dedicata alla Sicilia”.

Carmela Costanzo: Prof. di lettere, poetessa, giornalista pubblicista “Epopea del popolo Ifugao- gli Hud Hud – Excursus storico degli idiomi calabresi

Proiezione del corto del cabarettista, regista, comico, autore di commedie Enzo Colacino” I treni italiani ” in vernacolo catanzarese.         

Hanno aderito all’evento: Associazione dei Veneti a Roma, Associazione ” Amici del Po”,” Premio Livio Tempesta”, Associazione Culturale “Il Po”, Associazione “Norman Academy”, “Associazione dei Sardi”, ” Il Grebbio” Associazione “Humanitaria”.  

Obiettivo Fondamentale dell’Unesco è quello di salvaguardare le conoscenze dei popoli indigeni per poterle trasmettere alle generazioni future e per offrirle alla Comunità Scientifica Internazionale. Queste conoscenze contengono informazioni essenziali sulla salute, sulla sussistenza, sull’uso sostenibile delle risorse naturali e sono trasmesse con un solo mezzo: la lingua. Da qui la necessità di salvaguardare le lingue indigene, molte delle quali rischiano di scomparire. Il 2019, designato Anno Internazionale delle lingue Indigene, si impegna a sostenere queste popolazioni nei loro sforzi, per preservare le loro conoscenze. Le lingue identificano l’origine e l’appartenenza ad una comunità, portano i valori etici dei loro antenati, le loro conoscenze, le rendono tutt’uno con la terra e sono cruciali per la loro sopravvivenza. Purtroppo, in molte parti del mondo, sono sull’orlo della estinzione. Il colonialismo ha spesso imposto la conoscenza della lingua dei dominatori e criminalizzato l’uso delle lingue indigene. Nelle Filippine il governo ha proposto l’uso della lingua madre nelle scuole, ma mancano le risorse ed i materiali didattici. In Giappone, gli Ainu, gli anziani insegnano la loro lingua ai giovani . Si è compreso che, se scompare la lingua, le fondamenta dell’intero sistema socio-culturale della comunità è a rischio. L’agricoltura familiare è stata abbandonata a favore del consumo dei prodotti nazionali e transnazionali, con origine e metodi di fabbricazione sconosciuti.

 Hud Hud è una famosa epopea del popolo Ifugao, delle Filippine.

Nella regione a nord di Luzon, questa lunga storia viene cantata durante il periodo della raccolta. E’ la storia di un guerriero molto coraggioso di nome Aliguyon ; già da piccolo era un leader, viaggiava in luoghi lontani, senza mangiare e senza riposare e, quando crebbe, volle sfidare il figlio del nemico di suo padre Pumbakhayon. Si combatterono per tre anni, ma nessuno riusciva a vincere. Alla fine capirono che era inutile lottare e fecero un trattato di pace; i due guerrieri vissero fianco a fianco e  d i villaggi vissero in pace. La morale è molto significativa: le battaglie e le guerre contro i nostri nemici non risolvono mai i problemi, il perdono e l’amore assicurano la pace!

Lingua sarda

E’ una lingua appartenente al gruppo romanzo delle lingue indoeuropee e deve essere considerata autonoma dai sistemi dialettali di area latina, gallica e ispanica. E’ classificata come idioma a sé stante nel panorama neolatino. Il sardo conserva testimonianze del sostrato linguistico degli antichi sardi, prima della conquista romana. In diversi vocaboli, nei toponimi soprattutto, si evidenziano etimi protosardi e anche fenicio-punici. In età medievale moderna e contemporanea, la lingua sarda ha ricevuto influenze dal greco-bizantino, ligure, toscano, catalano e italiano. Dal 1997, la legge regionale riconosce  alla lingua sarda, pari dignità rispetto all’italiano. Dal 1999 è tutelata dalla legge n. 482/99, assieme ad altre 11 minoranze etnico-linguistiche. I 12 gruppi sono: albanesi, francoprovenzali, catalani, croati, francesi, friulani, germanici, ladini, occitani, sardi, sloveni. Sono rappresentati da 2.400.000 parlanti distribuiti in 14 regioni.

Comunità francofona: Valle d’Aosta; minoranza ladina: Bolzano; minoranza slovena: Trieste; slovena: Udine; germaniche: Udine , Tarvisio, Sappada; friulana: Friuli Venezia Giulia; sarda e catalana in Sardegna; lingua occitana (lingua d’Oc): nelle valli del Piemonte e a Guardia Piemontese( Calabria).                                                                     Per quanto riguarda la lingua sarda, veniva usata solo con la servitù, l’uso della lingua italiana era presentato come una chiave di avanzamento sociale; il numero di bambini che parla il sardo è inferiore al 13% ed è concentrato nelle zone interne dell’ alta Barbagia.  

Calabria

Il termine Calabria fu dato dai Bizantini che la governarono fino all’anno Mille. Con l’espressione “dialetti calabresi” si definiscono le varietà linguistiche romanze (derivate non dal latino classico ma dal latino popolare), parlate in Calabria. Due sono i gruppi linguistici: quello parlato nel nord della regione (diasistema della lingua napoletana) e quello meridionale estremo (diasistema della lingua siciliana). Ciò corrisponde alla storica divisione amministrativa delle Calabrie  : Citeriore o latina e Ulteriore o greca. La diversità linguistica, nell’ambito della stessa regione, rivela l’impronta greca antica( grecanica), la latinizzazione e relitti lessicali di altre lingue tra cui  la lingua albanese (arbereshe) e altre influenze linguistiche dovute alle incursioni e alle dominazioni di vari popoli tra cui: arabi, greci, romani. In alcuni centri (Bova, Roghudi, Amendolea e alcuni quartieri di Reggio, gli anziani parlano una lingua calabro-greca. Altra lingua presente nei vernacoli calabresi, penetrata con i Normanni, è il francese, nella città di Catanzaro. I dialetti calabresi sono, fra i dialetti italiani, quelli che più di altri hanno attirato l’attenzione degli studiosi per le peculiarità e le radici in tempi antichi. Il filologo Gerard Rohlfs vi trascorse 50 anni per approfondire i suoi studi.

Lingua siciliana

E’ un idioma costituito dall’insieme dei dialetti italo-romanzi parlati in Sicilia e in parte della Calabria. La ricchezza di influenze della lingua siciliana( greco, latino, arabo, francese, provenzale, catalano, tedesco, italiano) deriva dalla posizione geografica dell’isola, al centro del Mar Mediterraneo  e visitata da molte popolazioni dai cui idiomi ha ereditato il vocabolario e le forme grammaticali. Prima dei Fenici e dei Greci la Sicilia fu occupata dai Sicani, Elimi e Siculi( tra il 1° e il 2° millennio a.C.). L’Elimo è una parlata nella Sicilia nord-occidentale, è di tipo italico; non si hanno notizie del Sicano, Sicilia centro-occ., forse iberi. Il Siculo è un idioma dell’antico popolo egemone della Sicilia( è vicina al latino). Nelle 3 colonie fenicie, costa occ.( Palermo, Mozia, Solunto) si parlava la lingua punica; nelle coste orientali e meridionali si parlava il greco, anche dopo la conquista dei romani( 3° sec a.C.). La lingua latina ebbe il sopravvento su tutte le altre lingue indigene che scomparvero a poco a poco. Alcuni studiosi, l’Organizzazione Ethnologue e l’Unesco, descrivono il siciliano come distinto dall ‘italiano tanto da poter essere considerato un idioma separato. Il siciliano non deriva dall’italiano ma direttamente dal latino volgare e costituì la prima lingua letteraria italiana( 13°sec.) nell’ambito della Scuola Siciliana. L’Unesco riconosce alla lingua siciliana lo status di lingua madre. La Carta Europea per le lingue regionali e minoritarie, all’art.1 afferma che, per lingue regionali o minoritarie si intendono le lingue che non sono dialetti della lingua ufficiale dello Stato. Nel 2011 l’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato una legge che promuove il patrimonio linguistico e la letteratura siciliana nelle scuole.                                                                                                                                                  Antonio Moretta veneto, vissuto tanti anni in Sicilia, ha operato una full immersion in questa terra meravigliosa, raccontando alcuni episodi della sua amicizia col grande attore di teatro e di cinema Turi Ferro ed ha ricordato il  grande amore che Turi nutriva per la sua terra. E proprio la nipote di Turi Ferro, la grande Fioretta Mari, ospite della performance, ha declamato una sua toccante poesia in lingua siciliana, dedicata alla Sicilia. Ha portato quell’afflato teatrale che solo lei poteva regalare ad un pubblico attento e molto interessato. Un ricco buffet è stato offerto dal Club per l’Unesco di Roma, sulla terrazza che si affaccia su Villa Borghese tra le magiche pennellate del tramonto e la celebre canzone “E vui durmiti ancora!” interpretata da Ida Elena De Razza, cantante internazionale e figlia di Fioretta Mari. 

Roma 1 luglio 2019           Carmela  Costanzo                                                                                                               

Un pensiero riguardo ““Conservare il proprio patrimonio linguistico,recuperare le radici profonde della propria storia, per non errare alla ricerca di se stessi, nell’oceano della vita!

  1. Che dire della giornalista, scrittrice, poetessa prof.ssa Carmen Costanzo??? Ho già detto tutto in altre precedenti occasioni.,……. mi basta ora sottolineare la esautiva relazione fatta sulla cerimonia con parole adatte e godibili. Brava Carmen e grazie per la prestazione necessaria ad evidenziare l’importante tavola rotonda della UNESCO con UNAR e Norman Academy ed altre associazioni. Antonio oretta

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