Presidente Elisabetta Gabrielli
Vice Presidente Sara Iannone
Il Rotary è molto attento all’arricchimento culturale dei soci e, il 25 novembre 2025, ha invitato l’ideatore della Democrazia Sovrana Popolare, dott. MARCO RIZZO, autore del libro “UNA BIOGRAFIA DI PERIFERIA”
Moderatore: il vice Direttore del TG LA7 dott. Andrea Pancani.
L’odierna temperie culturale è caratterizzata dal crollo dei valori e, citando F. Nietzsche, i nani si sentono giganti e, i giganti, quelli autentici si sono rinchiusi nei loro scrigni segreti.
Un tempo la Politica era figlia della Filosofia, oggi, purtroppo, è figlia dell’accaparramento.
Anche Marco Rizzo, un tempo era ancorato alla sua fede politica ma, col tempo, si è sentito smarrito in questo mondo senza ideali.
L’autore attraversa il tempo dell’Italia della rinascita, dell’enorme migrazione di persone provenienti dal Sud in cerca di lavoro.Torino fu presa d’assalto, i lavoratori presero d’assalto i quartieri vicini alle fabbriche e, il senso di appartenenza, andò perduto.
In quel tempo, la politica era nel sangue ” troneggiava”, ma pian piano, i colossi del capitalismo finanziario si sono imposti. Pasolini la definì “sconfitta epocale”.
Questo libro appassiona il lettore perchè è la narrazione di Marco bambino, timido, pauroso… ma poi, a nove anni, riuscì a far parte della baby-guerriglia e, quando tornava a casa, sua madre lo attendeva col battipanni di vimini.
Il bimbo timido divenne un uomo forte e coraggioso e crebbe in un periodo storico molto violento. L’Italia, paese contadino, fece un salto enorme e divenne Paese post-industriale.
Purtroppo però, le lotte tra fascisti e comunisti erano continue e sanguinarie.
Lotte continue anche tra i tifosi del Toro e della Juve: manganellate e sangue!
I lavoratori venivano sfruttati e vessati, per le ore di lavoro senza sosta. Si usava l’espressione
“Aristocrazia operaia” ma, non c’era nulla di aristocratico perchè l’aristocrazia vive di rendita, gli operai di fatica.
A Torino, la Fiat (anni ’60) contava centomila dipendenti: lamiere e carne umana, ma, nel 1980 ci furono tantissimi licenziamenti;la fabbrica non aveva più bisogno di loro. La tecnologia aveva preso il sopravvento. Ovunque c’era violenza: gli studenti contro i celerini, i lavoratori scioperavano, c’era rabbia e fame di giustizia.
Marco Rizzo aveva ricevuto un’educazione severa, ricca d’amore non detto, ma comunicato con gli sguardi e con i sacrifici.
Non ha mai accettato compromessi, ha ricevuto offerte di lavoro molto allettanti ma ha sempre scelto la libertà, animato dal desiderio di camminare a testa alta, di guardare negli occhi i suoi delatori, ha rifiutato lo scettro del comando, per non venir meno ai suoi principi.
Roma 25.11.2025
Carmela Costanzo