“TANTE STORIE NELLA STORIA ” commento di Carmela Costanzo
L’autrice del libro opera un transfert e ci fa vivere la storia di due famiglie ma, anche di tante famiglie, in un periodo storico molto doloroso. La miseria era più nera di una notte senza luna e senza stelle.
La paura, demone dei nostri tempi, accompagnava i giorni e le notti degli adulti e dei bimbi che cercavano rifugio nei bunker.
La Storia, quindi, si ripropone, nonostante il dolore, la sofferenza, la morte.
Quando l’uomo crede di essere un gigante e vuole espandere il proprio potere al di sopra di ogni regola umana e sociale, scivola nella palude e e perde sentimenti fondamentali quali: compassione, amore, pietà e, come una lancia impazzita, giunge allo sterminio. La guerra non ha avuto e non ha mai tregua. In tanti paesi della terra, sono scomparsi perfino i prodromi della civiltà e della storia (Mesopotamia-Iraq-Siria etc.). In Italia, nei tempi bui della fame e della miseria, il dopoguerra aveva gettato la popolazione nello sconforto totale ma l’aiuto reciproco, la solidarietà, la forza delle donne che andavano a lavare i panni nel fiume, che cercavano i brandelli dei corpi dei figli che si erano immolati per la Patria, e che spesso dovevano accudire , da sole, alla famiglia perché i mariti erano emigrati: le donne “Forza della Natura! “
Questo “Modello Italiano” fu emulato dagli USA, durante la depressione del ’29, quando ci fu il crollo di Wall Street. La terra era l’unica risorsa e, la parsimonia era un imperativo draconiano sia per l’alimentazione, sia per l’abbigliamento. I legumi, le patate, le uova e i frutti di stagione; oltre non si poteva andare!. Gli abiti erano confezionati a mano, sempre di una taglia più grande, passavano dal figlio più grande al più piccolo, man mano cresceva , qualche rattoppo fantasioso, dove era necessario.
I personaggi del libro, pur essendo proprietari di un palazzo ed avere una professione importante, Pietro era medico, non erano esenti dalla scarsità di cibo e, Marta ed Eva, erano sempre pronte ad inventarsi qualcosa che sembrava nuova e diversa dal solito tran tran.
Quando i Tedeschi si ritirarono, lasciarono l’Italia in condizioni disastrose e, alla fine della guerra, 7 maggio 1945, cominciarono ad arrivare tanti aiuti dagli USA. George Marshall attuò un piano di aiuti economici, nuove tecnologie, automobili, elettrodomestici..
Verso la fine degli anni ’50 e inizi anni ’60, l’Italia si stava trasformando, da paese agricolo, coi boschi, il mangiare schietto, i tempi lenti dell’esistere, i rapporti duraturi, cominciava a perdere i suoi antichi panni rurali e veniva travolta dall’onda incontenibile della modernizzazione ( CONSUMISMO DI MASSA). Quando si vedeva un’antenna mormoravano: quelli sono ricchi, hanno la televisione! Vi fu un esodo continuo verso le fabbriche del Nord.
Pierpaolo Pasolini leggeva negli occhi dei viaggiatori, una fame diversa da quella per il pane, era una fame dello spirito e del bisogno di emanciparsi e di migliorare la propria condizione.
Pasolini fu uno dei pochi intellettuali a non manifestare la benchè minima fede nel progresso. ” L’arido vero” che avanza con la scienza e con la tecnica, distrugge l’universo favoloso dei miti, dissolve in nulla le favole antiche; le condizioni di vita sono molto migliorate ma, il decadimento antropologico, lo svuotamento di moralità, riduce gli uomini come automi.
Un fenomeno molto significativo, fu la scomparsa delle lucciole, la magia che, per millenni aveva accompagnato le notti estive delle popolazioni contadine, fu il primo segnale dell’inquinamento chimico delle campagne, per effetto della trasformazione industriale della nostra agricoltura. Dal 1951 agli inizi degli anni ’70, l’Italia visse nel benessere, le famiglie avevano allargato i loro orizzonti, potevano viaggiare, organizzare feste, invitare amici.
Le ragazze protagoniste del racconto, vissero le loro storie d’amore, secondo i canoni del tempo, con pudicizia e con timore. La più piccola però, quando crebbe, decise di vivere senza inibizioni, facendo le sue scelte senza la paura di dover dar conto ai genitori o ad altri.
Si faceva strada una vera e propria rivoluzione della donna, la quale era vissuta in condizioni di subordinazione nei confronti dell’uomo. Eli incarna la trasformazione della donna ed afferma il salto generazionale.
Oggi, le famiglie non sono più quelle di un tempo, abbiamo scelto di vivere in appartamenti unicellulari, anzichè in casa padronali. Lontani dai genitori, dai familiari, assorbiti dal lavoro e da mille impegni, non possiamo più aiutarci l’un l’altro.
Si vive nella Solitudine!
Roma 24 maggio 2022 Carmela Costanzo


