Penso che sia necessario educare le nuove generazioni al valore della sconfitta, alla sua gestione, all’umanità che ne scaturisce. A costruire una identità capace di avvertire una comunanza di destino dove si può fallire e ricominciare, senza che il valore e la dignità ne siano intaccati. A non divenire uno sgomitatore sociale, a non passare sul corpo degli altri per arrivare primo! In questo mondo di vincitori volgari e disonesti, di prevaricatori falsi e opportunisti, della gente che occupa il potere, che scippa il presente, figuriamoci il futuro a tutti i nevrotici del successo, dell’apparire, del diventare…A questa antropologia del vincente, preferisco, di gra lunga, chi perde. E’ un esercizio che mi riesce bene e mi riconcilia col mio sacro poco. Io preferisco perdere che vincere con modi sleali: grave colpa la mia, lo so! E il bello è che, ho la sfacciataggine di difendere tale colpa, di considerarla quasi una virtù!

“Dialoghi con Pasolini” (ottobre 1961)

Lascia un commento