Domenica 27 febbraio 2022, l’Associazione ” Musicopaideia”, ha organizzato un evento di musica operistica, presso l’Ospitale di Santa Francesca Romana, vicolo di Santa Maria in Cappella. La location si trova nel cuore di Roma, in Trastevere, dove sembra di trovarsi in un antico borgo: vicoli angusti, case incuneate e affiancate da cappelle meravigliose dove l’arte assorbe non solo lo sguardo ma anche il cuore.
L’Ospitale di Santa Francesca Romana, alle origini, era un ricovero per pellegrini, grazie all’impegno e alla devozione della Santa. Nella residenza, all’epoca in aperta campagna, sorgeva una cappella privata, la chiesetta di Donna Olimpia. Nel Trecento, in questo luogo di Trastevere, esisteva la chiesa di Santa Maria in Cappella, che divenne sede di un ospedale. In seguito venne abbandonato ma, nell’Ottocento, nacque un nuovo ospedale e, la navata nord della chiesa, fu destinata al ricovero dei pellegrini, dei poveri, dei malati che si riversavano in città, grazie al lascito del Cavaliere Doria Pamphilj Landi. La facciata della chiesa fu restaurata da Busiri Vici; il campanile rimase quello medievale del XII secolo. L’interno è a tre navate, divise fra loro da antiche colonne di spoglio (recuperate da altri edifici precedenti). I restauri dell’Ottocento non lasciarono nulla di medievale tranne il campanile. In fondo alla chiesa, difronte all’Altare, c’è una preziosa Croce a mosaico ed è la prima opera di Borromini, quando era un giovane scalpellino della Fabbrica di San Pietro. La Madonna, sull’altare, è in marmo bianco e, con le mani, avvolge la Terra. La sua dolcezza è un invito alla preghiera ed alla riflessione.
Andare a teatro, mentre la guerra imperversa in una terra benedetta dal Signore, ricca di minerali preziosi e campi di grano a perdita d’occhio, potrebbe sembrare indifferenza o vacuità. il demone predatore vuole impadronirsi di questa terra e lancia bombe sulla gente inerme e sui bambini innocenti. Questa volta, i diabolici strumenti del male, potrebbero far cessare la vita sul nostro pianeta. All’incubo del Covid si aggiunge il terrore della guerra, terrore che si legge negli occhi della gente ucraina che cerca un riparo e un tozzo di pane.
Tosca ci ha regalato due ore di evasione, anche se ci ha tuffato in una sofferta e tragica storia d’amore! Territorio antico l’amore…ha costellato la storia dal tempo dei tempi, ha causato guerre, indebolito eroi, sconvolto gli animi.
L’amore tra Tosca e Mario, tra gelosia e passione, ha condotto gli spettatori in un tempo lontano ma sempre attuale. Anna Bruno, Tosca, con la sua voce, a volte poderosa e a volte dolce e dolente, ci ha fatto capire e vivere la forza dell’amore, la disperazione e la paura di perdere il bene più prezioso. Gli spettatori hanno sofferto con lei che ha fatto comprendere il valore di un grande amore!
Marcello Pierini, Mario Cavaradossi, è penetrato anima e corpo nel personaggio e, con la sua voce e con la sua interpretazione ha coinvolto gli spettatori attenti e consapevoli.
Angelo Nardinocchi, Scarpia, ha interpretato con maestria, il suo ruolo di malvagio.
La maestra di pianoforte,Sara Serrandino, ha accompagnato l’opera con passione; le sue mani, ali di farfalla sulla tastiera ansiosa di carezze e di solfeggi! Già dalle prime note, a volte onde di un mare cheto, a volte gocce di pioggia o galoppi di cavalli infuocati o fruscii di foglie sull’asfalto lucido!
Grazie e complimenti per la vostra bravura!
Roma 5 marzo 2022 Carmela Costanzo



