Non potrò mai dimenticare quel mare incantato dove giunse il peregrino Ulisse che rimase prigioniero, per dieci lunghi anni, dell’amore struggente della dea Calipso; non potrò mai dimenticare lo sciabordio delle onde che schiaffeggiavano gli scogli e creavano fontane di goccioline come fuochi d’artificio e, non dimenticherò mai la corona dei monti della Sila dove, al tramonto, il sole andava a depositare i suoi raggi dorati lanciando nel cielo lingue di fuoco. E poi, le visite alla botteguccia del giovane orafo Gerardo Sacco il quale scolpiva a mano l’oro e creava gioielli meravigliosi, ispirandosi agli dei dell’antica Grecia. E la vita semplice nei casali sparsi nella campagna, dove andavo a comprare i formaggi. Nei miei sogni, la lunga scogliera accoglieva il parco marino e, le aragoste, i sarachi, le spigole guizzavano e tenevano compagnia ai sub appassionati del nostro mare.
