Nel nome di Allah
Il testo, molto interessante, ci racconta la storia attuale e antica insieme; storia di popoli senza patria, perseguitati e ignorati da una umanità indifferente, protesa solo alla conquista e al benessere. Tutte le guerre hanno sempre uno scopo geo-politico, economico e, sempre nel nome di una fede, di Dio o di Allah, si commettono crimini orrendi. Al tempo delle Crociate si affermava: “Dio lo vuole”e, in tempi più recenti, durante lo sterminio degli Ebrei, stampato sulle fibie dei soldati tedeschi: “Gott mit uns”.
Il protagonista è un medico, Marcello Guidi. Egli corre laddove ci sono le guerre, i conflitti, in ogni parte del mondo.
La terra del fuoco è il Medio Oriente, devastato da conflitti religiosi che celano tanto altro. Dopo un viaggio lungo e faticoso Marcello giunge a Damasco quarta città santa dell’Islam, bella come il Paradiso. Profumata di gelsomini e di spezie e sete pregiate, nel nome di una fede che copre interessi incredibili, ora è offesa e sottoposta ad ogni sorta di violenze. Esplosioni continue e spari lacerano le notti. Marcello era in Libano con la Croce Rossa Italiana, per offrire il suo aiuto nei campi profughi palestinesi e , all’improvviso decise di andare a Damasco per dare una mano ai medici e ai volontari che assistono i feriti, a Damasco e nei sobborghi. Sebbene la sua anima fosse in preda all’ ansia, alla trepidazione e ai dubbi, non riesce ad ignorare la bellezza dei luoghi: l’alba colora le colline di rosa e, il sole ancora timido, riflette nel cielo strisce cangianti e tendenti all’arancione. Questi colori e queste albe dalle pennellate inimitabili, sono visibili solo nei paesi alle porte dei deserti africani. “Aria e terre, fatte di sabbia e di argille antiche lavorate dal ciclico scorrere delle stagioni, cotte dal sole e miscelate fra loro e creavano quasi un miraggio, un’illusione psichedelica, magica, carica di mistero”. Ma la guerra aveva annullato la bellezza dei monumenti, delle testimonianze di una storia antichissima e difficile da ricostruire. Marcello raggiunge il campo profughi di Yarmouk, periferia sud di Damasco, destinato ad accogliere i palestinesi rifugiatisi in Siria e ben organizzata con botteghe, case, scuole, ospedale e moschea. il vecchio ospedale era stato bombardato ed era un ammasso di rovine. La guerra, in Siria, non aveva nulla a che vedere con la Fede o con il volere di Allah, era una guerra sporca e crudele , combattuta solo per l’interesse di caste e gruppi di potere. Yarmouk si era trovata al centro dei conflitti e i gruppi che volevano rovesciare il regime di Assad, l’avevano scelta come base. Fu un massacro e, di nuovo, il mondo aveva rubato ai palestinesi il diritto di avere una terra in cui vivere e il diritto alla vita. Ora quel luogo desolato era abitato da disperati, nascosti tra le macerie, senza né acqua né cibo. L’ospedale era costituito da quattro tende bianche, un camper-cucina ed un prefabbricato adibito a sala operatoria ed un altro adibito ad alloggi. La natura si manifestava con poche piante di aloe ma un vecchio sicomoro troneggiava nel centro del campo.
Il protagonista è instancabile, sempre pronto a prestare la sua opera, di giorno, di notte, senza tregua…Pochi sono i momenti di riposo dal turbinio del lavoro e, all’ombra di un sicomoro riesce a trovare un po’ di pace. Gli fa compagnia Asiya, una giovane donna medico, siriana e musulmana, che presta servizio nel campo. Marcello la osserva e, giorno dopo giorno si accorge della sua competenza, della sua grazia, dell’eleganza dei suoi gesti e rimane affascinato dalla dolcezza di questa donna. Con la complicità del sicomoro, lentamente si innamora di Asiya, Non importa il fatto che lei appartenga ad un’altra razza ed abbia un altro credo religioso, la sua bellezza interiore lo ha fatto innamorare perdutamente. Lui, che non aveva mai pensato al matrimonio o a formare una famiglia, improvvisamente, abbandona le sue resistenze. Ma, il percorso è ancora lungo, viene coinvolto in trappole terribili, le sofferenze sono atroci, inimmaginabili e, il dolore diventa una costante per un lungo periodo. I suoi principi di lealtà, di verità, di coerenza, in quel mondo sopraffatto dalla miseria morale, lo hanno condannato ad atroci torture e lo hanno trascinato nell’oblio! Ma, l’amore spazza via anche la nebulosa di una mente ferita!
Il romanzo appassiona il lettore, a tal punto, da non riuscire ad interromperne la lettura. La tecnica narratologica è a cornice ( una storia in tante storie), tutte intense ed accattivanti.
Per conoscere lo spannung, bisogna attendere le ultime pagine del libro!
Messaggio: ” Bisogna abbattere i muri che, spesso l’ uomo costruisce davanti a sé e che gli impediscono di gettare lontano, lo sguardo!”
Roma 26 aprile 2020 Carmela Costanzo
