Nell’ antichità greca e romana, come nel mondo ebraico, le donne non sposate venivano private di qualsiasi diritto, le donne erano destinate esclusivamente al matrimonio e alla maternità; nei contratti stipulati tra il padre della ragazza e il futuro marito, non compariva il consenso della sposa. Il filosofo greco Celso, vissuto a Roma nel II secolo d.C. affermava che i Cristiani riuscivano a convertire solo schiavi, ragazzini e donnette ( esseri inferiori). I discepoli di Cristo non la pensavano così e parlavano con loro da pari a pari e, fu proprio sotto l’ influenza cristiana, che vennero introdotti cambiamenti fondamentali nel diritto di famiglia: si attibuì alla moglie una posizione paritaria di fronte al marito. Si stabilì di richiedere il consenso di entrambi gli sposi per la validità del matrimonio; venne abolito il potere di vita o di morte del capofamiglia sui figli; venne riconosciuta alla vedova la propria dignità, senza l’obbligo di mettersi sotto il dominio di un nuovo marito, come volevano le leggi imperiali. La battaglia della Chiesa per la parità e per la fedeltà coniugale, ha nobilitato e liberato la donna che ha avuto la possibilità di scegliere di sposarsi oppure decidere di dedicare la propria esistenza a Dio. Fin dai primi secoli dell’Era Cristiana, la fede in Gesù e il nuovo modo di pensare hanno dato la possibilità, a tante donne, di rendersi protagoniste con le loro coversioni ed opere di carità. Molte di esse sono diventate sante martiri, venerate e invocate nella preghiera. Tra le più famose: Marcia, la concubina dell’ imperatore Commodo (161-192) : lo convinse a liberare Callisto, futuro Papa, che era destinato ai lavori forzati in Sardegna. Sant’ Elena (257-336), la madre dell’ Imperatore Costantino, dopo essersi convertita al Cristianesimo, fu la principale consigliera del figlio, compì un pellegrinaggio in Palestina, dove trovò le reliquie della Croce di Cristo. Santa Monica (331-387), amatissima madre di Sant’ Agostino: alle sue preghiere il Santo attribuì la propria Conversione. Olimpia, vedova del Prefetto di Roma Nebridio, rifiutò il nuovo matrimonio imposto dall’ imperatore Teodosio (347-395), donò parte dei suoin averi ai poveri e alla Chiesa, accolse nelle sue proprietà vedove, orfani,vecchi, poveri e derelitti. Santa Pulcheria, figlia dell’ Imperatore Arcadio (337-408), infaticabile promotrice della costruzione di chiese, ospedali, ospizi per i pellegrini. Santa Fabiola (339), matrona romana della stirpe dei Fabii, divenne discepola di San Girolamo, si dedicò alla scrittura, alla preghiera, alla carità. Fondò il primo ospedale romano e uno dei primi luoghi di assistenza per pellegrini e stranieri, a Ostia. Santa Melania (350-410), una volta convertita, dedicò la sua vita alle opere di bene; fondò monasteri, riscattò prigionieri, emancipò migliaia di schiavi e donò loro beni e ricchezze. Galla Placidia (390-450), principessa romana cattolica, figlia di Teodosio I, arricchì di edifici religiosi Roma e Ravenna. Santa Genoveffa (422-502), patrona di Parigi, la monaca che, nel 451, salvò la capitale francese dall’ invasione delle truppe di Attila. Il legame tra la donna e il Vangelo spinse, numerose aristocratiche, a convertire i loro mariti e figli e, a volte, la loro gente. Santa Clotilde (475-545), regina dei Franchi, nel 496 convertì il marito Clodoveo al Cattolicesimo e segnò una svolta nella storia del suo popolo. Santa Teodolinda (628), regina longobarda in Italia, convertì suo figlio Adaloaldo e, con l’aiuto di San Gregorio Magno, promosse la conersione dei longobardi. Santa Teodosia, nel 573 sposò il Duca di Toledo Leovigildo e lo convertì al Cattolicesimo. Santa Olga (890-979), principessa di Kiev, fu la prima battezzata di Russia; nella storia dei paesi russi è considerata l’anello di congiunzione tra l’epoca pagana e quella cristiana. Santa Edvige (1374-1399), patrona della Polonia, fu artefice della conversione dei paesi baltici.

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