Carmela Costanzo

Club per l’UNESCO di Roma19 ottobre 2016 alle ore 17:03 ·

Prima conferenza Codice dei Beni culturali – Tutela e Valorizzazione del Patrimonio culturale

Hanno preso il via i 4 appuntamenti organizzati dal Club per l’Unesco di Roma che hanno come tema il Patrimonio culturale declinato sotto 4 angolazioni. Ideatrice dell’importante iniziativa è l’Avv. Maura Gentile, Presidente f. f. del Club per l’Unesco di Roma e vicepresidente della FICLU.
Il 17 ottobre esordio sul tema Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale con il prof. Sebastiano Tusa, Soprintendente del Mare, docente di Archeologia Marina presso la Philipps Universitaet di Marburg, e il suo intervento Ricerca, Tutela e Valorizzazione del Patrimonio Culturale Sottomarino nel Mediterraneo presso l’Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati.
Ha introdotto e coordinato i lavori il prof. Paolo Calabrese, già direttore del dipartimento nazionale FICLU Forze dell’Ordine e Diritti Umani, socio fondatore del Club per l’Unesco di Roma. Il docente ha sottolineato l’importanza del Codice dei Beni culturali, la loro definizione, la funzione di catalizzatore per avvicinare l’individuo alla cultura e all’amore per i Beni stessi, costituiscono gli aspetti salienti dell’importanza dei Beni culturali e la loro funzione. Ogni tassello in questo settore non è fine a sé stesso, ma è coordinato con altri “come gli organi del corpo umano”, ribadisce il professore. La sensibilizzazione è importante perché ognuno, attraverso la contemplazione della bellezza del nostro patrimonio, anche immateriale, può migliorare la propria responsabilità sociale. È un modo per fare sistema: ognuno può collaborare mettendo a disposizione le proprie risorse.
Da qui l’importanza di saper ascoltare, anche dal punto di vista emozionale, come asserisce la dott.ssa Maria Cristina Passanante, psicologa, nel suo intervento Beni culturali e processi psicologici che si è incentrato su come un individuo può restare affascinato e coinvolto dalla suggestione di un Bene culturale che porta in sé una ricchezza di valori, anche storici, che rigenerano. Ne è un esempio il Satiro danzante di Mazara del Vallo, scultura bronzea greca del IV sec. a. C. attribuibile alla scuola di Prassitele. Certi beni emozionano indipendentemente dalla cultura di appartenenza, come valori universali da cui ognuno può essere sensibilizzato.
L’intervento del prof. Sebastiano Tusa sottolinea l’importanza dell’archeologia subacquea, citando l’art. 94 del Codice Beni culturali, le cui regole sono legate alla Convenzione Unesco 2001. Il Mediterraneo è uno dei mari più ricchi dal punto di vista archeologico. Questo patrimonio culturale sommerso oggi può contare su una ricerca subacquea altamente tecnologica grazie soprattutto alle sponsorizzazioni di Stati Uniti, Russia e Australia. Si possono così trovare importanti tasselli dal punto di vista scientifico, indispensabili per confermare dati storici altrimenti destinati a restare nel dubbio. Questa ricerca si appoggia su studi, anche cartografici e scientifici, e ricostruisce la storia economica. Grazie al ritrovamento della nave punica di Marsala si è potuto risalire al luogo della battaglia durante la I Guerra punica, 241 a. C.. Un altro esempio è costituito dal ritrovamento dei rostri a tridente nelle Egadi che confermano quanto Ovidio narra. Per quel che riguarda la gestione dei siti marini il professore ha ribadito la necessità di aprirli al pubblico. In questo modo si è constatato che mentre calano i rischi di depredazione, perché la popolazione si sente responsabile del bene, si sviluppano le esternalità positive, dando il via a un turismo culturale che valorizza il territorio in tutti i suoi aspetti coinvolgendo sempre più stakeholders.



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