


Il punto sulla condizione industriale di questa nostra Italia
Immaginiamo di dover governare una nazione che per chiarezza di esposizione assimilo ad un tavolino a tre zampe (il minimo per reggersi). Le tre gambe del tavolino sono:
1)- La Finanza (ovvero l’Economia), il meccanismo che muove il denaro e che produce reddito finanziario necessario per finanziare gli investimenti (Banche, Casse dello Stato, Borsa, etc);
2)- la Politica, ovvero il Governo di una nazione attraverso i suoi “Partiti” in un mondo guidato dalla “Democrazia”;
3)- Il Mercato Globale, ovvero il comparto delle imprese, del turismo, della agricoltura, dei sevizi, dei Sindacati etc. che comprende sia il mercato interno che l’Import/Export. In poche parole tutto ciò che concorre alla formazione del PIL Nazionale.
Questi tre comparti devono necessariamente avere una robustezza tale da sostenere il tavolino in piedi ovvero lo Stato nel suo complesso. Ovviamente devono avere la stessa robustezza e capacità di sostenere il gravame del carico complessivo di una nazione. Solo l’equilibrio di questi tre comparti garantisce il funzionamento equilibrato della vita del Paese. Se uno prevale sugli altri due il tavolo cade a terra; ovvero la nazione va prima in crisi e poi in banca rotta.
1)-La Finanza oggi ha una incidenza eccessiva rispetto agli altri due pilastri. Il volume di denaro nelle mani dei grandi finanzieri è tale che lo spostamento di questa mole di finanza può decretare la crisi o il successo di un paese. A titolo esemplificativo cito il caso di un pacchetto azionario acquisito in Borsa da una Finanziaria Multinazionale che le consenta di possedere una quantità di azioni tale da assumere la maggioranza di controllo della società “X”. Se strategico per lei, può decidere di chiudere la società comprata in Italia per favorire la produzione di un’altra fabbrica di loro controllo “Y” che, venendo meno il prodotto della società “X” (chiusa), triplicherà la sua produzione dello stesso prodotto realizzandolo ma in un altro paese (rispetto all’Italia) con costi dimezzati nei confronti di quelli della società comprata (per es. Cina, paesi del Medioriente etc.). Ovviamente con utili ingigantiti. Risultato: la società italiana “X” chiude mettendo sulla strada il personale e azzerando il valore delle azioni possedute dai soci di minoranza (Vedi il caso a Napoli della Whirpool ed altri cento). La Finanziaria multinazionale guadagna un mare di denaro sfruttando la società “Y”. Mille altri esempi sono possibili stante che muovendo il grande volume di finanza le finanziarie possono ciò che vogliono. Potenza del Dio Denaro.
2)-La Politica non ha un grosso potere per contrastare i fenomeni descritti perché ha un’area di intervento solo nazionale e ha poteri limitati fuori dei suoi confini. Inoltre il raggio d’azione delle sue decretazioni valgono solo nel suo territorio. L’indebitamento della nazione (tra poco l’Italia si avvicinerà ai tremila miliardi di Euro) spesso è posseduto da compratori che appartengono alla Finanza Internazionale (di cui al punto precedente) che condizionano la libertà di azione della Politica comprando e vendendo i titoli in mano loro e quindi alzando o spostando lo “Spread” (testimonio della affidabilità di un paese per restituire i prestiti ed i relativi interessi). La Politica non può neanche assumere provvedimenti di chiusura verso le scorrerie della Finanza e nella invasione di prodotti a basso costo provenienti da paesi in concorrenza a causa della appartenenza ad accordi internazionali esistenti (Europa, accordi mondiali sul movimento delle merci, organi di coordinamento delle attività di mercato etc.). La Politica quindi influisce pochissimo sulla grande Finanza Mondiale e ne sopporta le conseguenze delle decisioni prese fuori Italia (vedere Ikea, Amazon, Google, etc.).
3)-Il Mercato Globale ha rivoluzionato l’esistenza del mercato interno. Il mondo è cambiato e quindi tutto deve cambiare per adeguarsi al flusso internazionale delle merci. Di per sé è una ottima cosa per le produzioni delle “Eccellenze Italiane” di cui l’estero ne è ghiotto tant’è che il nostro mercato delle esportazioni è in forte crescita da anni. I nostri prodotti si muovono agilmente nei mercati del mondo ed arrotondano il PIL nazionale. C’è da considerare che questa liberalità permette però la concorrenza dei prodotti simili realizzati in paesi terzi (Cina, India etc.) che non hanno i gravami imposti dalla nostra legislatura e che non rispettano il trattamento del nostro personale (diritti umani) arrivando a limiti inaccettabili nello sfruttamento dell’uomo, nell’uso del lavoro minorile (Cina, Nord Africa, Sud America etc.) e nella antinfortunistica. È di questi giorni la fissazione di “Dazi” verso i paesi europei praticati (o minacciati) dagli Stati Uniti. La chiusura di fabbriche italiane (Ahimè) è il miglior termometro per misurare il malessere e l’impotenza della politica ad arginare il fiume in piena che sta allontanando la grande industria dall’Italia condannando alla chiusura le attività artigianali ed i mercati locali, ovvero il ceto medio.
Oggi la gamba della Finanza e quella del Mercato Globale sono troppo travalicanti rispetto alla gamba della Politica ed il tavolo (su solo due pilastri) è traballante ed in procinto di cadere. Oggi la Politica attuale, quella fatta da “Nemici acerrimi” e non da “Avversari politici” di tutti i partiti in campo, è incompetente e troppo in cattedra per accorgersi del tornado che si sta abbattendo sull’Italia. Purtroppo si cerca giornalmente il nemico in casa (ore ed ore spese da TV e giornali) quando il pericolo serio è fuori di casa. I tempi odierni suggerirebbero un afflato anziché un contrasto tra gruppi politici. Il tavolo del nostro esempio tra breve cadrà con danni irreparabili per tutti se non si provvede ad equilibrare le tre gambe. Tutto andrà incontro a crisi o peggio fallimenti epocali.
Quello che vedo dal mio modestissimo punto di osservazione è l’incertezza nel procedere in questa direzione proprio quando servirebbero: ricerca di accordi tra entità politiche, determinazione, idee chiare ed esperienza nazionale ma soprattutto internazionale.
Occorrerebbe dai Media poca voce chiassosa e slogan di propaganda e dalla Politica tantissimi fatti concreti e mirati. Le attività dei nostri politici in Europa deve coordinarsi con la guida di Governo interna e non navigare a vista verso obiettivi che poco hanno in comune con i veri interessi del nostro Paese. Occorre in fretta che la Europa della “Unione” diventi “Federazione di Stati”.
Diventa assolutamente necessario ed immanente rendersi conto che i tre supporti del tavolo oggi non sono eguali. Questa presa di coscienza sarebbe una svolta epocale per tutti. Ma allora cosa è possibile fare???……La risposta non è semplice ma proviamo ad inoltrarsi in questo terreno.
Esempio: Se in una normale famiglia si incassano 100 Euro al mese dall’esterno (reddito da lavoro, pensione etc.) e si spendono 110 Euro al mese per vivere, si paventano solo 2 risoluzioni:
I)- O si riduce il costo mensile della famiglia riorganizzando l’andamento e le spese.
II)- O si cerca una nuova fonte di entrate.
L’artificio di chiedere un prestito non fa che aggravare la situazione con la restituzione del prestito e gli interessi conseguenti. Il risultato sarà il fallimento della attività famigliare. Al di là del semplicistico esempio, il bilancio della nazione risponde esattamente al principio esposto.
Nel nostro caso nazionale bisogna assolutamente ridurre il costo della struttura di Stato eliminando le ridondanze, gli enti inutili, il personale in esubero (i furbetti del non lavoro etc.), le lungaggini ed il costo della burocrazia, le auto blu, i privilegi etc. Per le nostre realtà produttive rese infruttifere dalla concorrenza spietata ed a volte illegale dei paesi emergenti, non serve la lotta sindacale. Di fronte allo sfruttamento del lavoro (Cina, India etc) non c’è concorrenza che tenga se si vogliono mantenere i diritti umani e le conquiste sindacali. È di questi tempi la lotta degli USA con la Cina ed i “Dazi”.
Nel mondo oramai “Globale” occorre una “Entità Globale” super nazionale che possa tendere a comporre i grossi contrasti tra nazioni e promuova “Società Miste e /o Consorzi di imprese” dove più entità in contrasto possano riunirsi e dove ciascuno mette la propria peculiarità al servizio della unione per salvaguardare i “Diritti” di tutti e fondere i mercati commerciali con beneficio di tutti i partecipanti coi prodotti realizzati in Consorzio. Compito questo che la politica dovrebbe assegnare ai due ministeri: Estero ed Industria.
Voglio parafrasare il brano di un articolo di Wolf dal “Financial Time” che conclude:
“”””Sono gli stessi capitalisti (USA) a chiedere quella che un tempo era un’eresia, “La riforma dei principi del capitalismo stesso”, mentre nel dibattito politico statunitense (la patria mondiale del capitale e della Finanza) si affrontano candidati apertamente socialisti e anti-capitalisti. In questo nuovo mondo…..la scelta appare sempre più tra unire le forze di chi vuole una riforma del capitalismo””””
Concludendo sostengo che questo oggi può sembrare un programma utopistico ma un tempo apparve utopistico immaginare che l’uomo potesse volare. Oggi andiamo in aereo regolarmente e l’uomo vola sulle città ed attraversa i mari da solo.
Antonio Moretta
*GRAZIE CARMEN.*
*Antonio Moretta*
Il giorno mer 16 ott 2019 alle ore 22:05 Carmela Costanzo ha scritto:
> carmelacostanzo posted: ” Il punto sulla condizione industriale di questa > nostra Italia Immaginiamo di dover governare una nazione che per chiarezza > di esposizione assimilo ad un tavolino a tre zampe (il minimo per > reggersi). Le tre gambe del tavolino sono: 1)- La Fina” >
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