

Club per l’Unesco di Roma: ” La Madonna de’ Noantri”
Il 21 settembre 2019, alle ore 18, nella Chiesa di Sant’Agata, Largo S. Giovanni di Matha (P.zza Sonnino) Trastevere Roma,la Presidente del Club per l’Unesco di Roma, avv. Maura Gentile ha organizzato un evento dedicato all’arte religiosa. L’antropologo Mario Pesce, il Presidente e il consigliere della Confraternita, insieme ad uno dei fondatori dell’Associazione ” Il Ventriloco” Gianluigi Spinaci hanno appassionato i soci del Club e gli ospiti presenti, con la narrazione della storia della Chiesa di Sant’Agata e della sua illustre Ospite: la Madonna del Carmine, la “Madonna de’ Noantri”. L’evento si inserisce nella Celebrazione delle “Giornate Europee del Patrimonio 2019 (21-22 settembre): “Un due tre-Arte Cultura e intrattenimento! L’obiettivo principe è quello di creare un ponte di collegamento tra i luoghi della cultura, le comunità e le tradizioni con il presente e preservare soprattutto, la memoria storica. La chiesa di Sant’Agata in Trastevere era la casa di papa Gregorio II e, dopo la morte della madre, divenne edificio religioso con il monastero annesso (1575). Fu assegnata alla Congregazione Dottrina Cristiana e qui venivano educati i bambini appartenenti alle famiglie meno abbienti del rione. In seguito venne abbandonata ma, nel 1710 l’architetto Giacomo Recalcati iniziò i lavori di restauro. all’improvviso mancarono i fondi; i soldi lasciati da Recalcati non si trovarono e, il capomastro Domenico Guidi completò l’opera di restauro. Le sue spoglie giacciono sotto la navata centrale della chiesa. La facciata si presenta in forme tardobarocche, l’interno è a navata unica con tre cappelle per lato; la volta è a botte. Vi sono conservate opere di Girolamo Troppa e di Biagio Puccini. La pala dell’altare raffigura il martirio di Sant’Agata martire; nel 3° secolo d.C. Tiberio Claudio Quinziano, proconsole romano era governatore della provincia di Sicilia a Catania volle conoscere la vergine Agata per la sua bellezza e per le nobili origini, se ne invaghì ma venne da lei rifiutato. Lui la fece torturare e le fece strappare i seni con grosse tenaglie. Di notte, in prigione, Agata ebbe la visita di San Pietro e le ricrebbero i seni. Allora fu gettata sui carboni ardenti: il corpo bruciò, ma non il mantello. I catanesi stavano attraversando un periodo di paura perchè l’Etna era in fase eruttiva, si avviarono col mantello verso il vulcano e questi si spense. Il Segretario Generale della Confraternita dott. Giorgio Aicardi ha poi narrato la storia del ritrovamento della Vergine, nel mare. Nel 1506, un gruppo di marinai trovò, a Fiumicino, una statua scolpita in legno di cedro raffigurante la Santissima Vergine. Fu portata a Ripa Grande presso la Chiesa di San Crisogomo che era la sede dei Carmelitani e la dedicarono alla Madonna del Carmelo ( vi rimase fino al 1890). Per un decennio venne ospitata nella chiesa di San Giovanni dei Genovesi e poi fu trasferita definitivamente nella chiesa di Sant’Agata dalla quale ogni anno, il sabato dopo il 16 luglio, la statua, innalzata su una grande “macchina”, viene portata in processione per le vie del rione. E’ chiamata la “Madonna de’ Noantri”, protettrice del rione Trastevere. L’ordine dei Carmelitani ha avuto origine dal Monte Carmelo, in Terra Santa; il segno distintivo della Confraternita è lo Scapolare che consiste in due piccoli lembi di lana marrone, fatti con lana d’agnello ( simbolo di Gesù, l’Agnello di Dio), uniti da una stringa e portati sulle spalle. La devozione dello Scapolare nacque il 16 luglio 1251, quando la Madonna del Carmine apparve a San Simone Stock, padre dei Carmelitani, e gli disse: “Prendi questo scapolare. Chiunque muoia indossandolo, non patirà il fuoco dell’Inferno. Sarà simbolo di salvezza, protezione dai pericoli e promessa di pace”. A completare la performance, una interessante rassegna guidata ed illustrata dal Provveditore della Confraternita dott. Renato Urbani. Dal 700 al 2019 sono stati donati trenta vestiti da famiglie nobili come i Borghese, Bonaccorti, e nel 900 da Micol Fontana e da Antonio Grimaldi ; nel 2018 Guillermo Mariotto ha offerto alla Vergine un abito in crepe di cady di seta bianca, ricco di stelle mariane, rose e un mantello rosso ricamato con fili d’oro zecchino. La corona è stata offerta dall’orafo Gianni De Benedittis ed è in oro, argento e rubini (2018). Nel 2019, lo stilista romano Luigi Borbone, ha realizzato un lungo vestito rosso granato in shantung con ricami in cristalli arricchito da un velo in tulle di seta avorio. Per i trasteverini la Vergine è “LA MIA SIGNORA”!
Roma 24 settembre 2019 Carmela Costanzo