foto del parlamento 2  foto dei tre fondatori unione-europea                   Io non credo che i padri fondatori della Europa nel 1951 (grazie all’accordo tra Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer e Robert Schuman grandi uomini con grandi idee), immaginassero questa strada che l’attuale organismo europeo ed i suoi paesi componenti ha intrapreso. Non avrebbero condiviso la UE (Unione Europea) di oggi alla vigilia delle elezioni europee del 27 maggio 2019. All’epoca le parole di Schuman furono: “affinché una qualsiasi guerra tra Francia e Germania diventi non solo impensabile ma materialmente impossibile” alludendo alla pace sicura ed al percorso virtuoso e congiunto dei paesi europei verso la prosperità, la libertà e la pace.

I sei paesi firmatari Italia, Belgio, Lussemburgo, Francia, Germania e Paesi Bassi, dettero vita alla CECA (Comunità del Carbone e dell’Acciaio) nel presupposto futuro della creazione della CEE (Comunità Economica Europea) che prese vita il successivo 9 maggio 1950 e con i “Trattati di Roma” del 1957 per giungere al “Trattato di Maastricht” nel 1992 da dove partirono i tre pilastri della nuova Europa:

Unione Europea, Insieme di nazioni

PESC (Politica Estera e di Sicurezza) ed infine

GAI (Giustizia e Affari Interni).

Nessuno immaginava lo stato di crisi istituzionale odierno della Unione e delle sue contraddizioni.

Fin dall’inizio della vita dell’Unione i cuori dei novelli europei vibrarono all’unisono nella speranza di vedere fondere gli intenti per agglomerare altri paesi e liberare: gli scambi commerciali, il movimento delle genti, delle merci e dei capitali e formare quindi una potenza libera e solerte al pari dei giganti Americani, Russi, Asiatici, Giapponesi e Australiani. Il desiderio era quello di trovare quella unità di intenti, condizione unica per lo sviluppo complessivo delle nazioni nella piena libertà dei popoli.

Molta acqua è passata sotto i ponti attraverso distorti percorsi frutto di compromessi e di intenti a volte contrastanti tra i vari paesi europei e con la supremazia di Francia e Germania. L’istantanea odierna vede la esistenza dei settori guida dell’Europa con:

-L’EUROPARLAMENTO che rappresenta con i suoi 750 Deputati eletti ogni 5 anni dai popoli, la più grande assemblea parlamentare del mondo. Non ha potere legislativo; cosa unica e rara nei panorami parlamentari dei paesi democratici del mondo. Decide a Maggioranza qualificata.

-La COMMISSINE EUROPEA il cui “Presidente” viene nominato dal Parlamento. Essa è composta da un membro per paese dell’Unione. Ha potere legislativo emettendo “Direttive” e “Regolamenti”. Molto sensibile alle influenze delle “Lobby Finanziarie”. Sembra distante dalle realtà vissute giornalmente dai popoli che essa rappresenta. Decide alla unanimità.

-La BCE (Banca Centrale Europea) con il compito e l’obiettivo di salvaguardare la Stabilità della moneta e quindi dei prezzi (art. 127 del TFUE) che viene ancor prima dell’art. 3 della TFE per la Pace ed il Benessere dei popoli. Pesante incongruenza in una Unione come l’Europa che ha creato paesi di serie A come Francia e Germania e di serie B di tanti altri come l’Italia che non disponendo di propria moneta è al ludibrio del Potere Economico e finanziario che schiaccia la Politica economica locale soggetta alle “Élite Finanziarie” e delle Lobby (vedi crisi bancarie e finanziarie degli ultimi tempi con fallimenti delle banche e perdita di risparmio).

-L’EURO che ha unificato le monete creando pesantissime ripercussioni nei singoli paesi europei ed in particolare per l’Italia che a causa del valore di parità accettata tra monete (quasi 2.000 Lire per 1 Euro) parità stabilita incautamente con l’allora Governo Italiano in carica (Prodi). Il nostro paese ha perduto circa il 50% del potere di acquisto in Europa sbilanciando enormemente l’economia interna ed impoverendo la nazione dall’oggi al domani. Il controllo dell’Euro compete alla BCE annullando di fatto il potere della Banca d’Italia che non ha la propria moneta.

Oggi in Italia vi è un governo “Lega-5 stelle” che ha raccolto i suffragi alle elezioni dell’anno scorso (2018) anche per lo schieramento molto critico verso l’Europa e preconizzando in campagna elettorale cambi epocali nei rapporti con l’Europa. In Italia infatti (stando ai sondaggi) c’è un giudizio acerrimo allo stato delle cose nei rapporti tra Europa ed Italia. La critica sta nel fatto che l’Europa, con le sue “Direttive”, obbliga i popoli a curare le sottigliezze di minor importanza come la dimensione delle zucchine, le quote latte, il fermo pesca etc., dimenticando le crisi gravi che attanagliano le economie dei paesi per la impossibilità dei Governi e dei Parlamenti singoli di legiferare investimenti e provvedimenti di aiuto alle imprese o alle famiglie sotto la spada di Damocle delle sanzioni per le inosservanze dei regolamenti e molto più per la fuoriuscita dai parametri fissati dalla Commissione. In buona sostanza i Governi hanno le mani legate pena delle forti sanzioni economiche. La Brexit inglese è figlia del disagio nei rapporti Gran Bretagna Comunità.

Un altro gravissimo caso di crisi è come regolare l’annoso problema degli immigrati dai paesi extraeuropei, manca infatti una politica estera dell’Unione. I casi di questi giorni delle ONG e delle Navi battenti bandiera estera che vanno a raccogliere i migranti in mare aperto per scaricarli in Italia ed il silenzio assordante della UE, sono emblematici per dimostrare che questa Europa così com’è oggi è diversa da quella che volevano i padri fondatori e da quella che serve agli europei. Il popolo si sta allontanando dai politici.

Manca una politica Estera forte ed efficiente per cui la voce internazionale dell’Europa nelle crisi internazionali è flebile ed insufficiente. I singoli paesi europei sono liberi di fare la propria politica estera a volte creando danni gravi ed irreparabili (vedere la Francia con Gheddafi e le conseguenze gravissime derivate da azioni inconsulte prese senza decisione europea). Oggi si curano le ferite dell’errore francese di allora e la guerra tra fazioni libiche è alle porte dell’Italia.

Molte altre sarebbero le carenze dell’attuale andamento della inesistente o inefficiente politica europea come per la Sanità, la Giustizia, la Socialità etc., proprio in concomitanza con le elezioni europee di maggio prossimo che decideranno le compagini che andranno a riempire i seggi del Parlamento e della Commissione per gli anni 2019-2024.

Ma allora ci si domanda: “CHE FARE??” Il mio pensiero è che si deve arrivare a costituire in Europa una “FEDERAZIONE DI NAZIONI” e non una Unione com’è adesso. Prendendo ad esempio la Federazione USA ed adattandola alla nostra realtà.

Vedrei molto bene la formazione di una commissione di “Esperti” incaricati da tutti i paesi (due per nazione) che al lavoro avranno il compito di preparare una “Bozza di Costituzione della futura Federazione Europea” sulla linea di quella in vigore negli Stati Uniti Americani. Tale compito dovrà compiersi parallelamente alla gestione esistente Europa uscita dalle elezioni fino a quando si arriverà ad un documento da sottoporre alle singole nazioni (Parlamento e Governo) per raccogliere gli assensi ovvero le variazioni, correzioni, adattamenti etc. Così innescando un ciclo virtuoso che nel giro della legislatura (5 anni) possa giungere ad una possibile approvazione di una bozza allo scopo di innescare un procedimento di varie legislazioni che dovranno portare ad una nuova Europa federativa.

L’Europa di domani secondo me dovrà avere un Parlamento in grado di legiferare in materia Estera ed Interna per fissare i principi informatori validi per tutte le nazioni in grado di uniformare le principali azioni legislative locali in sintonia coi principi dell’Europa che dovrà avere anche i suoi organi e strumenti di controllo per la difesa, per la finanza, per l’osservanza delle norme emanate, la salute, la giustizia etc. così come sta succedendo in America (FBI, CIA etc.).

Mi rendo perfettamente conto della rivoluzione che rappresenterebbe intraprendere tale strada della “Nuova Costituzione Europea” ma non vedo altre vie che possano fermare l’onda della critica e del disfattismo montante in tutte le Nazioni Europee dei tempi nostri che se non arginate potrebbero portare  a “Momenti Difficili” in un prossimo futuro così annullando l’enorme lavoro fatto sin dalla nascita della UE che non è assolutamente da buttare via ma che va adoperato per correggere gli errori fatti e per intraprendere una strada virtuale in grado di gestire le crisi che il mondo ci riversa addosso come il Terrorismo, l’immigrazione, la delinquenza internazionale dilagante, il giro della droga, il commercio illegale dall’Est, l’abuso della Finanza che va riportata al ruolo di efficace aiuto al progresso delle aziende e degli uomini e non a padrona dei nostri destini, etc.

Penso che nel recondito animo dei nostri padri fondatori della comunità europea albergava una cosa importante come quella da me proposta: la “Federazione degli Stati Europei”.

Antonio Moretta

(23 aprile 2019)

Lascia un commento