maxresdefaultConsiderazione sull’infinito e sull’eterno. (09.01.2019) 

Secondo me (lo dico con molta modestia) “noi” capiremo il “Creatore” e confermeremo la “Fede” in ciò che da “Lui” potrebbe essere stato creato, solo quando avremo concepito il senso sia dell’“eterno” che dell’“infinito”.

Si può anche confermare che esistiamo per effetto dell’evoluzione (potrebbe essere una verità, io non lo so né lo posso convalidare) ma non possiamo negare che questa evoluzione deve aver avuto un inizio. Inoltre non può derivare dall’infinito (che noi non comprendiamo) e non potrà durare per l’eterno (di cui noi non abbiamo contezza).

Se qualcosa esiste (l’Universo c’è innegabilmente) vuol dire che qualcuno, o più cose, o più circostanze lo hanno creato. Forse il caso??  Ammettiamo che sia stato il caso a creare l’Universo, vuol dire che è lui che ha dato inizio alla sua evoluzione, se ne deduce che c’è “qualche cosa” che preceduto il caso. Cosa???

Ammettendo la teoria del “Big Bang” (tutto ha avuto origine con una grande esplosione, etcc…) questa va collocata in uno spazio temporale; non si può dare un’origine ed una fine senza collocarla in un segmento di esistenza. Capire il quando questo potrebbe essere cominciato (in tal senso ci sono autorevoli pareri) vorrebbe anche dire di aver concepito “leterno” ed anche “linfinito”. Ciò non corrisponde al vero.

Alcuni benpensanti citano l’esempio della moneta. Se esiste al mondo una moneta vuol dire che qualcuno la ha creata per consentirgli di girare tra le mani degli uomini. Sul come e sul quando ciò sia avvenuto ammettiamo mille e una ipotesi…. ma l’atto della creazione è innegabile.

Credo (o penso di ritenere) che l’unica cosa in cui prestare fede (per questo nostro segmento di esistenza) potrebbe essere racchiusa nelle parole del grande scienziato Antonino Zichichi:

“La scienza non ha mai scoperto nulla che sia in contrasto con l’esistenza di Dio; l’ateismo quindi non è un atto di rigore logico teorico, ma un atto di fede nel nulla”.

Antonio Moretta

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