indexindexConferenze su: tutela e valorizzazione del patrimonio culturale

Venerdì 3 febbraio 2017, alle ore 18, presso il Circolo Ufficiali della Marina Militare, in Roma, il Club per l’Unesco di Roma ha realizzato un evento dedicato all’arte. La presidente, avvocata Maura Gentile ha presentato un ricco programma di attività per l’anno 2017: conferenze su: tutela e valorizzazione del patrimonio culturale; salvaguardia dei beni culturali; elaborazione di un codice dei beni culturali; visite guidate ed una grande festa per celebrare i 70 anni della nascita dell’Unesco. Il primo Club per l’ Unesco è nato in Giappone il 16 novembre 1945 e 37 Paesi hanno firmato l’Atto costitutivo a Londra. Finalità: favorire la collaborazione tra le Nazioni in nome della tutela dei diritti e delle libertà fondamentali dell’uomo; sostenere la crescita educativa e culturale dei paesi devastati dalla guerra, questa è la mission primaria dell’Unesco(United Nations Educational Scientific and Cultural Organization). L’intento dei paesi era: esprimere una vera cultura di pace e incarnare un nuovo spirito di solidarietà intellettuale e morale tra gli uomini senza distinzione di razza, sesso, lingua o religione. Sede ufficiale: Parigi Primo direttore generale: Julian Huxley (scrittore e biologo britannico). L’Italia ottenne l’ammissione, con voto unanime, l’8 novembre 1947, durante la seconda Conferenza Generale dell’Unesco, a Città del Messico. Alla fine degli anni ’50 l’Unesco si prefigge di preservare siti storici e naturalistici, segnalati per universalità, unicità e insostituibilità. L’Italia è il Paese che vanta il maggior numero di siti (51), seguono la Cina e la Spagna. Il Club Unesco di Roma e il Club Unesco del Giappone creeranno un evento di alto profilo artistico. La seconda parte della performance è stata dedicata alla donna delle ombre: Artemisia Gentileschi. Relatrice: dr Stefania di Bernardo, storica dell’arte. Artemisia Gentileschi (Roma1593-Napoli 1653), pittrice e figlia del pittore Orazio Gentileschi. Fu affidata dal padre all’artista Agostino Tassi perché le insegnasse le tecniche pittoriche ma l’uomo la abusò. La cornice storica era: una Roma seicentesca in cui le donne godevano di scarsa considerazione e non potevano avvicinarsi all’arte pittorica. Artemisia denunciò lo stupro e trascinò Tassi in giudizio, sfidando i pregiudizi , l’ipocrisia del tempo ed un mondo declinato al maschile. La sua rabbia si manifestò nell’opera: Giuditta che decapita Oloferne (Oloferne rappresenta Agostino e Artemisia è Giuditta trionfante). Subito dopo il processo fu data in sposa ad un artista fiorentino; fu un matrimonio senza amore, lei lasciò Roma e si trasferì a Firenze. Qui trovò un ambiente laico, non assoggettato alla Curia e culla di artisti. A Firenze, pacificata la rabbia, cominciò ad emanciparsi, approdò alla corte di Cosimo II, si iscrisse all’Accademia del disegno e conobbe il giovane Michelangelo Buonarroti, di cui divenne amica. Dipinse” La Conversione della Maddalena”, “Allegoria dell’Inclinazione”, ”Giuditta con la sua ancella”. La sua pittura si impreziosì di note fiorentine, con trine dorate e abbandonò la grassa pittura romana. Ma la pittura si è raffreddata, Firenze l’ha emancipata, l’ha resa pavone con la profusione di velluti e di damaschi. Tinte violente e magistrali giochi di luce e ombra mettono in risalto i particolari delle stoffe e dei drappeggi. Poi tornò a Roma ma non riuscì ad ottenere commesse a causa della fama che la circondava; quindi andò a Venezia e vi rimase per 3 anni. Nel 1630 si stabilì a Napoli, dove conobbe molti artisti ed ebbe commesse per il Duomo di Pozzuoli. A Napoli si allontana dalla violenza truculenta, si interessa della prospettiva, fu attenta ai particolari, quasi fiamminga, a 52 anni, rivolta agli uomini sembra voler dire: cosa è in grado di fare una donna! Nel 1638 fu invitata a Londra da Carlo I e, per lui, dipinse” l’Autoritratto nelle vesti della Pittura”. Artemisia Gentileschi fu il simbolo del femminismo internazionale e del desiderio di ribellione al potere maschile. La forza dei suoi quadri è nel capovolgimento brusco dei ruoli. Donna consapevole, ha esorcizzato la violenza e ha giocato col suo corpo, dipingendolo allo specchio.

Carmela Costanzo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

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