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Calabria grande e amara: con gli Spiriti Magni vi sono altri spiriti illustri

Essi inseriscono il prestigio della Calabria nel territorio dello spirito italiano

Leonzio Pilato insegnò il greco a Boccaccio e tradusse i poemi omerici in latino; Frà  Barlaam di Seminara insegnò il greco a Petrarca , a Luigi Gigli si deve , nel ‘500, la Riforma del Calendario Gregoriano; Pomponio Leto fu grande umanista ed autore di dottissime opere sulla storia di Roma; Parrasio fu fondatore dell’Accademia Cosentina e, con lui, una fitta schiera di eruditi che la illustrarono: Coriolano, Bernardino Martirano, Antonio Telesio, Galeazzo di Tarsia, Nicolò Salemi. Antonio Serra fu fondatore di una nuova scienza: l’Economia Politica. Gian Vincenzo Gravina fu chiamato “ Spirito Enciclopedico “ e le sue opere ispirarono Locke, Montesquieu e Rousseau. Galluppi diffuse Kant in Italia, nella prima metà dell’ ‘ 800. Più vicini a noi : F. Di Battaglia, U.di Bosco, F.A. Repaci, Cardone,Villari, Cingari, Lombardi-Satriani, Guerrisi, Frangipane.

Grazie a questi personaggi le posizioni calabresi sul fronte della cultura sono inserite egregiamente.Come non inserire gli artisti? Il Cavalier Calabrese, nostro massimo pittore ha accettato la lezione del Caravaggio aggiungendo di suo una certa grandiosa rettorica che appartiene al nostro carattere. E poi Colao che rivela un linguaggio nuovo, moderno, denso. Gli scultori: Giuseppe Rito tenta di rendere l’assoluto poetico nella favola creativa, di portare la scultura a un rigore stilistico, ad una eccezionale purezza espressiva. La scultura di Monteleone e di Guerrisi ha un linguaggio chiaro e convincente con ritmo stimolante.

Scrittori

Vincenzo Padula, le cui pagine terragnole bracciantili appaiono vivide come carboni accesi sotto la cenere. Nicola Misasi, possente creatore di personaggi crudeli o patetici, anarchici o edificanti. Corrado Alvaro che, col suo messaggio narrativo, introduce e sostanzia, per la prima volta nella nostra letteratura regionale, un realismo che è insieme mitico, epico e magico e di cui resta la testimonianza più alta in Gente in Aspromonte.Altri grandi  scrittori sono: Seminara, Strati, De Angelis, La Cava, Salomone, Altomonte, Alicata e tanti altri ancora.

Musicisti

Il grande maestro di Palmi Francesco Cilea, il più alto prodotto musicale della nostra terra. Molti tra i più autorevoli rappresentanti della famosa scuola napoletana del Sette-Ottocento sono calabresi. E, sempre di Palmi Nicola Antonio Manfroce, diede due opere strabilianti :l’ Alzira e l’ Ecuba che fanno da anello di congiunzione tra Paisiello e Cimarosa. Leonardo Vinci dalle eleganti melodie; Paolo Serrao, maestro di composizione armonia e contrappunto nel Conservatorio di Napoli. Alfonso Rendano, autore di composizioni per piano che fecero l’ammirazione di Rossini e di Listz, autentico astro musicale.

Poeti

Duonnu  Pantu, Domenico Mauro ,l’abate Conia, Digo Vitrioli, Vincenzo Ammirà, Vincenzo Gerace, Lorenzo Calogero , Calogero e Carchedi e tanti tanti ancora.

San Francesco di Paola

Fondatore dell’ Ordine dei Minimi , il digiuno è la regola costante di questo Ordine.

Astinenza dalla carne, dal pesce, dal vino, dal latte, dal burro, dalle uova. Si schierò sempre dalla parte degli umili, degli oppressi. Indebolito dai digiuni, dalle macerazioni delle estasi, egli stese il suo mantello nero sulle acque per attraversare lo stretto di Messina. Un altro miracolo egli compì : impose a Luigi XI di Francia di inginocchiarsi ai suoi piedi e di pentirsi dei suoi delitti. Stette in Francia venticinque anni e lì diffuse il suo Ordine. A 50  anni dalla morte gli Ugonotti buttarono sul rogo le ossa di San Francesco, giudicato loro nemico.

Bernardino Telesio

Filosofo, matematico, letterato, poeta, fu chiamato da Bacone : “ il primo degli uomini nuovi “. Fu esaltato da Campanella come colui che esprime la Natura secondo verità e rende l’uomo sapiente piuttosto che eloquente. Fu bersagliato dal destino e fu fatto prigioniero nel Sacco di Roma, nel 1527. Vita sofferta, rovina patrimoniale ma quando pubblicò il “ De rerum natura iuxta propria principia” divenne un grande personaggio, uno dei giganti del pensiero italiano di tutti i tempi; l’amicizia dei Carafa di Nocera non gli venne mai meno.

Nella sua opera circola lo stesso vento primaverile che investe il poema di Lucrezio e il “ De Natura “ di Epicuro. Telesio spiega che la Natura deve essere osservata e catturata nel suo segreto “ iuxta propria principia “. Il suo determinismo naturalistico comprese in se medesimo la moralità dell’agire umano, legando i sentimenti a cause naturali e, in ultimo, si lascia scivolare all’ammissione dell’anima immortale da aggiungere a quella naturale, come prolungamento di essa d fronte al problema dell’aldilà. Galileo e Bacone svilupperanno le premesse telesiane. La sua filosofia è un atto di fede nell’ uomo, nella capacità che ha l’uomo di spiegare l’universo fondandosi sul principio obiettivo del mondo, sulla materia che è la condizione della sua esistenza. La Chiesa mise l’opera di  Telesio all’Indice.

Tommaso Campanella

Le sue direttive di marcia sono : aristotelismo e telesianesimo. Tra il 1593 e il ‘ 94 fu coinvolto in numerosi processi e fu accusato di adesione alla filosofia di Democrito, fu sospettato di eresia e messo in carcere a Tor di Nona, dove incontrò Giordano Bruno. Abiura le sue idee e viene liberato . Scrive un Dialogo contro luterani calvinisti ed altri eretici. Torna in carcere per aver scoperto la congiura contro la Spagna e si salvò perché si finse pazzo. Vi rimase per 27 anni, non si scoraggiò e scrisse numerosi trattati. Egli affermava: “ cognoscere est esse “ e pone la realtà dell’essere come attività della conoscenza. La certezza del superamento del dubbio diventa sorgente di fede per il pensiero e per la realtà che esso postula. Campanella non è solo un filosofo in posizione di privilegio nel pensiero del suo tempo, egli è una figura molto più complessa e, per sublimità di ingegno è un maestro attivo di vita morale per un’ intera epoca.” Stavamo tutti al buio…io accesi un lume “.

Egli, perseguitato, sventurato, dal fondo di una segreta si erge a difensore di un altro grande perseguitato: Galileo. Egli manda lettere traboccanti di entusiasmo per le scoperte galileiane che aprono orizzonti immensi alla nuova scienza.

L’amore per la scienza veniva a Campanella dalla sua immensa, inesausta curiosità intellettuale. Egli non si contenta di sognare per sé e per gli uomini del suo tempo di sognare una città ideale. Ma, nell’anno che chiude il Cinquecento, capitanata dal frate calabrese, abbiamo a Stilo, una congiura degli Eguali che si propone di cacciare la Spagna dalla Calabria ed attuare un nuovo ordine di giustizia nell’ambito di un cristianesimo riportato allo stato di primitiva purezza. “La Città del Sole” è la repubblica teocratica perfetta, retta da un sapiente che abbracci tutta la  scienza e tutta la morale nella sua conoscenza. Nella Taprobana di Campanella non ci sono né padroni né servi; la proprietà privata, generatrice dell’amor sui ( egoismo ) è abolita; tutti i beni sono in comune ( amor communis ). “Io nacqui a debellar tre mali estremi: tirannide, sofismi, ipocrisia “.

(Da Calabria grande e amara di Leonida Repaci)

Carmela Costanzo

 

 

 

 

 

 

 

 

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